A Palazzo Scammacca arriva ORIRI (che nella lingua Bini significa “spiriti, incubi”), progetto fotografico realizzato dal fotografo siciliano , tra il 2015 e il 2020.ORIRI è un viaggio a ritroso attraverso l’esperienza di migliaia di donne obbligate a condurre una vita di sfruttamento, legate per sempre ai loro sfruttatori attraverso il rito iniziatico e religioso, elemento chiave di questo fenomeno.Così lo introduce Bellina:
Francesco Bellina
Con le sue fotografie, frutto di un lungo periodo di lavoro sul campo,Bellina racconta un punto di vista poco esposto: il legame religioso e rituale tra le donne vittime di schiavitù sessuale e gli sfruttatori, che spesso ricorrono a sacerdoti di culti locali, descritti generalmente come vudù, per creare e rafforzare il vincolo di assoggettamento. Il viaggio documentaristico si sviluppa attraverso i Paesi dove si celebrano questi riti iniziatici: dalla Repubblica del Benin, dove nasce la religione vudù e si reclama un ruolo positivo dei rituali, al Ghana, dove si incrociano i riti tradizionali con le regole delle chiese pentecostali, passando per la Nigeria, dove i legami delle attività criminali e del traffico di esseri umani sono connessi alle tradizioni rituali e religiose. Il Niger e in particolare la città di Agadez è invece uno snodo fondamentale per il traffico di esseri umani, che dalla regione del Tenerè attraversano il deserto verso la Libia. Una storia dove le reti criminali si fondono ai culti religiosi, per arrivare in Sicilia dove si trova terreno fertile a causa della mafia locale. Il lavoro di Bellina intende altresì valorizzare le pratiche di solidarietà diffusa, volte ad arginare il fenomeno delle vittime di tratta, messe in atto da tante suore e tanti preti che lavorano a stretto contatto con queste realtà, fornendo aiuti concreti alle schiave sessuali. [gallery ids="54459"] ORIRI di Francesco Bellina_a cura di Luca Santese_Palazzo Scammacca, Piazza Scammacca 1, Catania_Vernissage 12 aprile ore 18,00_sino al 9 giugno_Ingresso Gratuito
ORIRI è stata esposta per la prima volta a Palermo, presso Fondazione Sant’Elia nel 2021 e presso la sede del Parlamento Europeo di Bruxelles, nel 2023. Chi è Francesco Bellina. (Trapani, 1989) è un fotografo documentarista che vive e fa base a Palermo. E’ dal capoluogo siciliano che parte per i suoi reportage in giro per il mondo, documentando i principali eventi socio-politici, con un particolare sguardo sul fenomeno delle migrazioni, spesso osservati da punti di vista inconsueti. I suoi scatti sono stati pubblicati dalle principali internazionali, da The Guardian a Al Jazeera, The Globe and Mail, Paris Match, le Monde, Internazionale, l’Espresso, The Washington Post. A soli 29 anni, è stato per due volte (nel 2016 e 2017) segnalato dal World Press Photo Joop Swart masterclass. Nel 2018 il suo lavoro “Nigerian Connection” è stato scelto da Manifesta ed esposto all’interno del festival Sabir; e nello stesso anno il progetto“Tanakra” sul traffico di schiavi tra Niger e Libia, è stato presentato all’Università di Neuchatel in Svizzera. Nel 2019 è stato invitato alla presentazione del World Press Photo a Bari, Torino e Palermo: ha esposto “On a gagné” serie di scatti a bordo della Mare Jonio durante le operazioni di salvataggio nel Mediterraneo. Nel 2020 ha vinto il premio Sicilia Cronista dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia. Nel 2021 il suo progetto in corso "The Last Fishermen", curato da Izabela Anne Moren, ha vinto la decima edizione del fondo Italian Council, promosso dal Ministro della Cultura italiano.