Due articoli, il primo di SudStyle il secondo di SudPress, che provano a fare il punto sulla recente proposta di Banca d’Italia in città hanno trovano in questi giorni un significativa coda sui diversi profili Facebook. dell’operazione si sono espressi senza mezzi termini professionisti catanesi come il e il mio stesso che hanno preso posizione a proposito dello sfregio architettonico subito dal palazzo.Tra tante opinioni diverse - e magari diverse pure dalle mie - mi piace riportarne due particolarmente a fuoco:Questo il post dello E questo quello L’atteggiamento dei primi è comprensibile: primo impegno del dipendente di una banca è quello di fare business, non quello di seguire bagatelle artistiche. Imperscrutabili invece i vertici dell’Accademia che (se abbiamo ben inteso) hanno gestito la selezione dell’opera e la conseguente realizzazione. Tre le possibili interpretazioni: a. Una fase di interessato ascolto e seguente riflessione b. L’arroganza di chi non si confronta con “semplici cittadini “ nel convincimento che la posizione ricoperta renda indiscutibile qualsiasi iniziativa intrapresa. c. Il timore di un confronto pubblico, sebbene sino a qui tutti gli interventi a favore o contro si sono svolti in maniera assolutamente corretta. Personalmente (non ho però riscontri oggettivi) ritengo che delle tre l'ipotesi quella giusta sia la prima. Ma saranno i prossimi giorni a dimostrare di che si tratta. Qui in calce per correttezza riportiamo le dichiarazioni precedentemente rilasciate alla stampa di chi in città sta al vertice della piramide https://www.italpress.com/banco-di-vita-a-catania-un-murales-sul-palazzo-della-banca-ditalia/ [gallery ids="53213"]
A favore
dottore commercialista Bruno Munzone
editore Pigi Di Rosa.Contrari diversi architetti
street artist cataneseLuca Prete
dell'artista palermitano
Andrea Kantos Silenziosi invece i “vertici”’di questa impresa: quelli della Banca e quelli dell’Accademia di Belle Arti.