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Il JOAN MIRÒ di Achille Bonito Oliva. Un'altra mostra blockbuster. A Catania

2024-01-01 03:06

Aldo Premoli

Articolo grande, Culture,

Il JOAN MIRÒ di Achille Bonito Oliva. Un'altra mostra blockbuster. A Catania

Dopo “Omaggio a Mirò” a Trieste e “Mirò a Torino”  arriva il 20 gennaio  a Catania Joan Mirò. La gioia del colore, il terzo capitolo di

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Dopo “Omaggio a Mirò” a Trieste e “Mirò a Torino”  arriva il 20 gennaio  a Catania Joan Mirò. La gioia del colore, il terzo capitolo di una serie di mostre dedicate al maestro catalano.


L'esposizione raccoglie un centinaio di opere

:  dipinti, tempere, acquerelli, disegni, sculture e ceramiche, oltre ad una serie di opere grafiche, libri e documenti.Mirò ha prodotto moltissimo durante la sua vita: le sue opere maggiori stanno in tanti grandi musei sparsi per il mondo e di conseguenza saremo quasi certamente qui in presenza di


lavori minori.

Va bene lo stesso? Sì ma anche no.Provo a spiegare le ragiono del sì e anche e anche quelle del no.


Perchè sì.

Il nome del curatore è di quelli che non si possono ignorare. 


Achille Bonita Oliva

 (non solo Italia) è un monumeto vivente per quel che riguarda l'arte contemporanea.Si tratta di una personale dedicata a uno  tra i più celebri artisti del '900.


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Perchè no.

E' mai possibile che ci siano 100 mostre all'anno su Wharol, su Bansky e pure su Mirò? Senza scordare gli onnipresenti Caravaggio e Antonello da Messina...Dunque la ricetta è sempre quella: un nome consacrato,  una o più opere civetta, un curatore guru, una promozione bombastica con tanto di merchandising coordinato.E' così che si costruiscono 


 mostre blockbuster,

 operazioni


 

costruite per ottenere un


 successo di pubblico (con conseguenti biglietti venduti).Blockbuster sono tutte le  mostre  che rispettano queste caratteristiche : sono preconfezionate e poi distribuite senza badare a dove e perchè finiranno in un museo piuttosto che in un altro, in una città piuttosto che in un'altra,  offerte a un  contesto sociale piuttosto che al suo opposto. In realtà con un unica finalità: massimizzare i ricavi.

E' una logica commerciale legittima.


Ma uno  spazio pubblico, uno spazio che dovrebbe fornire un servizio culturale per la città non può essere governato solo in base a logiche di casetta.Ora proviamo a chiedereci se c'è una ragione per occupare per 7 mesi uno tra i pochi spazi di cultura pubblici importanti per la città.Il lavoro di Mirò ha avuto a che fare con Catania? Con la Sicilia? Mirò è oggi al centro di qualche importante nuova considerazione internazionale? Mirò è celebre per aver lasciato traccia sugli artisti contemporanei siciliani o catanesi in  particolare?  Una visita alla mostra di Mirò è dirimente rispetto a quel che uno studente potrebbe trarne durante il suo percorso educativo? Mirò occupa un posto di particolare rilievo nella Stori adell'arte?

A nessuna di queste domande è possibile rispondere affermativamente.E appunto qui sta il problema.Catania non è "governata"  come occorrerebbe per quel che riguarda gli spazi di cultura pubblica.


Eppure a Catania le intelligenze non mancano. Catania e i catanesi meriterebbero di più. 

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Joan Mirò[/caption]


Chi è Mirò.

 Nato a Barcellona nel 1893, dopo aver studiato economia, a seguito di un importante problema di salute si trasferisce a Parigi dove incontra Picasso e frequenta il circolo Dada di TristanTzara dedicandosi alla pittura, alla scultura e alla ceramica. Dopo dodici anni, ritorna in Spagna da cui riparte di nuovo alla volta di Parigi a seguito del secondo conflitto mondiale. Quando però le truppe naziste assediarono la capitale francese, decise di andare a Palma di Maiorca, dove morì nel 1983 all’età di cento anni.[gallery ids="52926"]


MIRÓ – LA GIOIA DEL COLORE_A cura di Achille Bonito Oliva, in collaborazione con Vincenzo Sanfo, Maïthé Vallès-Bled_ Palazzo della Cultura, Catania, via Vittorio Emanuele II, 121 Catania_

Dal


 20 gennaio al 7 luglio.