Lo stato di emergenza fino al prossimo 31 dicembre riguarda sei province – Agrigento, Caltanissetta, Enna, Messina, Palermo e Trapani La regione Siciliana ha già approvato interventi straordinari per far fronte alla siccità. Da gennaio è iniziato un piano di razionamento in molti comuni. Significa che la fornitura di acqua viene limitata in modo forzato da Siciliacque. La Sicilia è una regione abituata ad affrontare periodi di siccità, ma non lunghi come quello in corso. Già lo scorso anno, dopo i primi mesi che erano sembrati promettenti, le precipitazioni sono calate e alla fine della primavera sono iniziati i problemi. I dati relativi alle precipitazioni del 2023 possono ingannare. In Sicilia sono caduti quasi 600 millimetri di pioggia, ma quasi tutti in due soli grandi eventi estremi, cioè le tempeste dello scorso maggio. Per tutta la seconda metà dell’anno le precipitazioni sono state quasi assenti, con conseguenze anche sull’inizio del 2024 perché non è stato possibile ricaricare gli invasi naturali e artificiali, così come le falde sotterranee. In questo modo la siccità ha reso vano il sistema di adattamento ai periodi di mancanza d’acqua. Su 46 invasi della Sicilia 4 sono fuori esercizio e 17 hanno una portata limitata. Inoltre circa una decina di questi sono ancora in attesa del collaudo. Il lago artificiale in località Cannemasche, in provincia di Agrigento, non è mai stato riempito perché manca l’autorizzazione. Secondo Legambiente Sicilia la siccità ormai costante non si può affrontare con la realizzazione di grandi invasi come fatto in passato. Servirebbero, dice Amato, piccoli laghi da destinare soprattutto all’agricoltura e agli allevatori che hanno bisogno di una grande quantità di acqua. Andrebbero anche recuperate le zone umide e i laghi che in passato erano stati bonificati per debellare la malaria. Queste misure sono orientate al lungo periodo. È più complicato capire come affrontare l’emergenza attuale, se non con il razionamento deciso da Siciliacque e dalla regione. Il razionamento è un intervento drastico che ha conseguenze soprattutto per gli agricoltori, privati almeno in parte dell’acqua per lavorare. Peraltro i produttori dell’arancia rossa di Sicilia IGP, negli ultimi giorni hanno iniziato a ricevere le cartelle di pagamento del consorzio di bonifica per il miglioramento delle “opere irrigue” Sembra uno scherzo, ma non c'è proprio niente su cui scherzare.. [gallery ids="54440"]
Giuseppe Amato di Legambiente si esprime così: