La mostra, curata dal direttore del Museo delle Trame Mediterranee della Fondazione Orestiadi Enzo Fiammetta e dal critico Guido Magnaguagno presenta una significativa selezione di lavori dell’artista zurigehse che coprono lo spazio temporale che va dal 1999 al 2024.
I paesaggi urbani siciliani diventano per Rita Ernst il punto di partenza per sperimentazioni linguistiche sullo spazio e sulle relazioni con architetture storiche.
Le oltre 70 opere selezionate per la mostra si susseguono creando un percorso cronologico: dalle opere ispirate all’architettura religiosa, a quella arabo-normanna, fino al gruppo che trae ispirazione dalle saline della città di Trapani e dai castelli federiciani.
A seguire, la sezione dedicata al Museo Salinas di Palermo apre alle opere più recenti: Le vele, La città, I frammenti, stimolando un’importante riflessione sull’arte astratta e sulle relazioni espressive, culturali e artistiche tra la cultura Mitteleuropea e quella mediterranea.
Chi è Rita Ernst ha frequentato la Scuola di Design di Basilea dal 1973 al 1976. Nel 1982 ha frequentato uno studio presso la Cité internationale des arts di Parigi. Nel 1983/1984 ha lavorato al fianco del padre, lo scultore in pietra Othmar Ernst († 2006[1]), al restauro della chiesa del monastero di Königsfelden. Nel 1987/1988 ha frequentato l'Istituto Svizzero di Roma. Dalla metà degli anni Novanta, oltre a Zurigo, ha una seconda casa a Trapani, in Sicilia.L’artista lavora con i mezzi della pittura, della grafica e del disegno. Crea rilievi, oggetti d'arte, installazioni, arte concettuale e arte in architettura.
Qui sotto La chiesa del Collegio di Trapani interprtata da Ernst
