Vincenzo Pirrotta qui attore e regista riprende in mano il dattiloscritto di Vincenzo Rabito, custodito nell’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano, per dare voce e nuova vita, a quella che è stata definita una straordinaria epopea dei diseredati.
Terra Matta è un capolavoro siciliano che appare un perfetto contrappunto del GAttopardo
Questo è un sunto delle sue note di regia:
“La prima volta che m’imbattei in Terra matta, ancora il libro non era stato pubblicato, fu quando la casa editrice Einaudi, tramite Evelina Santangelo, che del libro è stata splendida e attenta curatrice, mi propose di fare una lettura pubblica al Circolo dei lettori di Torino.
Inizialmente non volevo credere che l’autobiografia fosse reale, pensavo che fosse invece un’operazione editoriale, di quelle che si facevano nell’Ottocento inventando scrittori e vite stesse degli scrittori, tanto quel linguaggio era inaudito, un linguaggio scritto ma forgiato da una rete di segni, da un’aspirazione alle regole dell’alfabeto.
Ma dovetti ricredermi appurando di persona sulle copie del manoscritto la “verità” di tutto quello che leggevo.
Dop la pubblicazione, il libro divenne un bestseller e le memorie del nostro semianalfabeta nato poverissimo nel 1899 suscitarono entusiasmo sia nei lettori che nella critica, era nato il fenomeno Rabito!
Continuai a presentare il libro con letture pubbliche, lo accompagnavamo con reading nei maggiori festival letterari e nelle trasmissioni televisive.
E sempre notavo in queste circostanze la straordinaria partecipazione del pubblico, le emozioni che le parole e la picaresca vita di Rabito suscitavano.
Reazioni emotive, dal riso al pianto, arrivavano in palcoscenico e entusiasmavano me, lettore, ma anche mi costringevano a una fedeltà e a un rigore nei confronti di quella lingua inventata, quel “rabitese” divenuto perfetta lingua teatrale.
La tragedia, la fatica, la fame, le malattie, le delusioni, non annientano la sua insopprimibile vitalità alimentata dalla curiosità e dal piacere di vivere.
Dunque era naturale che pensassi ad una messinscena.
Il lavoro più difficile è stato quello dell’adattamento per la scena.
Ma il grottesco è stata la mia strada maestra perché lavorando sul grottesco, a mio avviso, potevo rendere vivi i personaggi di Vincenzo Rabito”.
Terra matta. Adattamento teatrale, scene e regia di Vincenzo Pirrotta. Al Teatro stabile di Catania. Dall’8 al 13 aprile https://www.teatrostabilecatania.it

