Non è siciliano Vittorio Sgarbi ma con la Sicilia ha avuto una corrispondenza fuori dal comune.
Assessore ai Beni Culturali della Regione Siciliana (2017-2018). Sindaco di Salemi (2008-2012). Ma sopratutto con la sua attività ha contribuito alla promozione del patrimonio culturale della Sicilia.
Avere a che fare con Sgarbi non è stato facile per nessuno, ma (parlo per esperienza anche diretta) sa che non si tratta di una persona a cui è possibile riferirsi con parametri comuni.
Sgarbi è tutto fuorchè una persona comune. Descriverlo senza cadere nella banalità è impossibile
Così mi affido alle parole di un pittore siciliano, Giovanni Iudice, che con lui ha avuto una lunga (a volte contrastata) consuetudine.
No saprei scivere cose più giuste.
"Caro Vittorio, mi permetto scriverti qui perché testimone della tua Generosità nei miei confronti, ciò denota la tua Magnanimità che deriva solo dall’Arte.
Credo che abbiamo avuto un po’ tutti brutti momenti nella vita, fantasmi inesistenti , mente offuscata e angosce, ma poi tutto svanisce e svanirà pure il tuo momento, anzi, i momenti più Alti tra i Grandi , hanno visto precedere quelli bui e chi si eleva a “grande” rimarrà nel buio. Solo persone riflessive e sensibili, generose e altruiste, ne subiscono i dolori di una società brutale.
Penso ai grandi geni , Caravaggio fuggitivo, Bernini schiacciato dalla Borghesia imperante dopo il fallimento dei campanili di SanPietro ma dopo una lunga depressione scolpì “L’Estasi di Santa Teresa” ritenuta il simbolo assoluto del Barocco. Penso a Munch, ricoverato all’ospedale psichiatrico avendo superato pure la “spagnola”nel 1919, altro che Covid-e si ritrasse in giacca da camera come malaticcio-Penso a Vincent Van Gogh che dalla sua depressione e allucinazione diurna, andava nel cuore delle distese dei campi per dipingere (curato dal Dott Giachet, questi più depresso del maestro per invidia alla sua pittura…).
La Pittura di Vincent , aveva guarito se stesso da ogni forma di cattiveria umana: “…i passanti gli sputavano sui dipinti in corso nelle campagne di Arles…in quelle campagne dove si nutriva del fiume d’oro dei grani luccicanti al sole, ove ne impastava materia corposa pensando a Rembrandt e leggendo Shakespeare …” ; solo un’anima che sa, che ama , è un’anima generosa.
Caro Vittorio, tu questo ce lo hai insegnato, e devi continuare a nutrirci di questa misteriosa e invisibile energia che pontifica noi tutti verso una speranza. Continua a parlarci di Bellezza !
Te lo dico in siciliano: E che minchia Vittorio ! Siamo qui , t’aspettiamo !"
Nella foto qui sotto Vittorio Sgarbi con Giovanni Iudice. In copertina alle spalle di Sgarbi un quandro di Iudice
