Tratto dal romanzo Spedizione al baobab della scrittrice sudafricana bianca Wilma Stockenström lo spettacolo è il poetico monologo di una figura femminile della quale non si conosce il nome.
Così introduce il regista Gigi Di Luca
“La scelta di affidare il testo ad una attrice come Pamela Villoresi lontana dall’immaginario di donna africana, è stata dettata dalla volontà e dalla necessità di decontestualizzare la narrazione e spostare la storia di questa donna-schiava su un piano universale. Le ferite, le violenze, il dolore, l’umiliazione non hanno nazionalità, appartengono alla vita a alla crudeltà umana che le genera in ogni dove. È la musica però che ha il compito di condurci in Africa, con la voce violenta e a tratti dolce di un griot, cantastorie dai tanti volti, che incarna “l’uomo”, amore e dolore, offesa e cura allo stesso tempo”
L’albero, il mitico e simbolico baobab in cui la vecchia schiava alla fine della sua vita si rifugia, l’accoglie e la protegge.
Il baobab è il suo punto di riferimento, il confine spaziale e temporale tra un passato dominato da confusione e terrore e un presente in cui la creatura comincia a riprendere in mano i fili della sua esistenza. Dietro le spalle, in quel “prima diverso”, c’è la schiavitù, con le facce e i corpi dei padroni che hanno tormentato la sua vita.
Le riflessioni della protagonista ci aiutano a pensare e ci spingono a indagare sulle schiavitù di oggi, sulle nuove forme di costrizione che continuano a negare la libertà e la dignità umana.
Le parole poetiche di Wilma Stockenström, la sua storia della schiava sudafricana, si sovrappongono alle storie e ai volti delle ragazze nigeriane, senegalesi, ghanesi, albanesi di oggi.
Memorie di una schiava liberamente tratto da Spedizione al baobab di Wilma Stockenström progetto, adattamento drammaturgico e regia Gigi Di Luca con Pamela Villoresi e Baba Sissoko. Da mercoledì 12 marzo alle ore 21.00. Teatro Biondo di Palermo www.teatrobiondo.it
Nella foto Pamela Villoresi in scena
