Il notevole lungometraggio della trentina Maura Delpero, ha vinto l'ultimo Leone d’argento – Gran premio della giuria all’ultima Mostra del cinema di Venezia, ed è ora candidato all'Oscar come miglior fil straniero.
Siamo alla fine della seconda guerra mondiale a Vermiglio, villaggio di montagna in Trentino-Alto Adige, in zona di frontiera.
È il racconto di una dimensione ammaliante e al contempo claustrofobica, non solo sul piano genericamente familiare, ma anche su quello infantile, o meglio lo sguardo dell’infanzia è veicolo di qualcosa di magico e seducente.
E' lo specchio di una comunità. Perché tutto si salda sempre alla dimensione collettiva alle fatiche quotidiane, talvolta felici, talvolta laceranti, come le promozioni a scuola e quello che comportano, per maschi e femmine.
Nel film uno dei bambini è profondamente affascinato da una cartina geografica pieghevole che si distende quasi magicamente aprendo un libro e facendo apparire la Sicilia – allora lontanissima nella testa delle persone – e sulla quale sono disegnate le sue particolarità, come le arance: un luogo lontano, mitico, un po’ terra incognita del sogno, tanto che il bambino la confonde con l’Africa, vedendo dei leoni disegnati.
Tra le storie dei protagonisti c'è un ritorno in Sicilia. In una comunità chiusa esattamete come quella delle montagne di Vermiglio.
Da non perdere.
